…Acquisti online
In questo periodo di chiusura e di restrizioni, molti acquisti che prima venivano effettuati nei grandi magazzini, nei centri commerciali o nei negozi, vengono fatti online. Il pericolo, soprattutto per i neofiti, è sempre in agguato.
Esistono moltissimi raggiri in cui possiamo cadere, ma cerchiamo di dare alcune linee guida per difenderci dalle truffe più diffuse.
L’acquisto sicuro può essere effettuato su siti “famosi”, come Amazon, Zalando, ePrice – per fare qualche esempio – ma sempre con la dovuta cautela: Anche acquistando su piattaforme note, bisogna sempre fare attenzione perché, se il sito consente anche a terzi di aprire un “negozio” e vendere, potremmo incappare in un malintenzionato.
Un esempio classico: se al momento di confermare l’acquisto ci si dovesse trovare una nota che recita qualcosa tipo:
“ATTENZIONE, non aggiungere al carrello ma contattarci alla nostra mail per verificare la disponibilità del prodotto!”, molto probabilmente si tratta di una truffa!
Se dovesse infatti venire acquistato un bene non più disponibile, il rimborso sarebbe pressoché immediato. Attenzione quindi a NON operare spostandoci fuori dalla piattaforma in quanto, in tal caso, non saremmo più tutelati in caso di truffa.
Acquistando su subito.it o simili, è sempre meglio cercare oggetti nelle proprie vicinanze e condurre la trattativa di persona; ovviamente questo non è attualmente fattibile per cui si consiglia di chiedere dettagli, fotografie, prendere tempo e usare PayPal come sistema di pagamento, nella modalità “acquisto di beni online”; in questo modo l’addebito varierà di una piccola percentuale ma saremo tutelati in caso di problemi.
Stesso discorso con eBay, diffidare sempre da chi chiede pagamento con bonifico, ricariche PostePay o simili: non saremmo tutelati. Per quanto molti siano convinti del contrario, un IBAN non è sicuro, lo stesso potrebbe essere associato ad una carta di credito prepagata, magari intestata anche ad un prestanome, per cui anche qui non saremmo tutelati.
Richieste di pagamenti alternativi come Money Transfer o MoneyGram o simili sono da evitare immediatamente: anche questi non sono tracciabili e i nostri soldi andrebbero sicuramente persi.
Diffidiamo da siti che vendono articoli con prezzi troppo lontani dal valore reale!
E’ normale che online si risparmi qualcosa, ma trovare a trecento euro un oggetto che normalmente ne costa mille deve essere per noi un campanello d’allarme. Questo accade spesso su siti “truffa” che vendono capi di vestiario, scarpe o accessori alla moda, si tratta di siti di e-commerce con nomi volutamente ingannevoli. Ciò non toglie che a volte vi sono campagne promozionali con sconti davvero importanti, ma in tal caso le stesse sono ben pubblicizzate.
Se poi abbiamo tenuto presente tutti i punti precedenti ma non ci fidiamo ancora, è possibile riconoscere eventuali truffatori anche con l’uso dei più diffusi motori di ricerca (Google, Yahoo, DuckDuckGo, eccetera); un truffatore seriale userà quasi sempre gli stessi pseudonimi, o anche il numero di cellulare o l’indirizzo email; in questo caso, una ricerca online mostrerà sicuramente riferimenti o lamentele di chi ci è cascato o magari si è reso conto della cattiva fede del venditore o dell’acquirente.
Attenzione anche a colui che chiede copia della carta di identità o di qualunque documento: lo stesso documento potrà essere usato dal malintenzionato per fare altre truffe sotto falsa identità (la nostra!).
Esiste poi la truffa dove NOI venditori seri ed onesti, veniamo contattati dal potenziale acquirente che si dimostra particolarmente interessato all’acquisto e desidera concludere in fretta senza chiedere dettagli e senza trattare sul prezzo. Molto spesso l’acquirente si trova all’estero (un classico è la Costa d’Avorio).
In questo caso ci sono innumerevoli varianti, di cui ecco alcuni esempi:
- L’acquirente ci manda una falsa ricevuta di pagamento e noi, fidandoci, spediamo l’oggetto, solo in seguito ci renderemo conto di essere caduti in un raggiro perché i soldi non arriveranno mai.
- L’acquirente chiede di anticipare dei costi per pratiche burocratiche garantendo che saranno rimborsati non appena sbloccato il pagamento.
- L’acquirente ci scrive dicendo di aver pagato per “errore” più del dovuto (pagamento ovviamente falso, documentato con una ricevuta artefatta), chiedendo di essere rimborsato in parte.
- L’acquirente chiede documenti di identità per fornirli alla banca (come visto in precedenza).
- Diffidare sempre quando ci si trova di fronte a situazioni simili, meglio rinunciare piuttosto che perdere soldi o beni senza possibilità di recuperarli.