E’ da qualche mese che si sente parlare del Piano Nazionale Transizione 5.0.

Si tratta di nuovi crediti di imposta che saranno finanziati con 6,3 miliardi del RepowerEu, il capitolo sulla transizione energetica entrato nel PNRR dopo il negoziato con la Commissione europea.

Il piano introduce un incentivo alla doppia transizione dei processi produttivi (digitale ed energetica) a fronte di nuovi investimenti effettuati nel biennio 2024-2025.

BENEFICIARI
Potranno accedervi imprese di qualsiasi dimensione (Micro, Piccola, Media e Grande Impresa), forma giuridica, attività economica o localizzazione geografica.

INTERVENTI AMMISIBILI
Sono ammissibili progetti di innovazione rivolti all’acquisto di beni strumentali materiali (macchine utensili, robot, magazzini automatizzati) e immateriali (software) finalizzati a:

  • riduzione dei consumi finali di energia (di almeno il 3%);
  • per quanto riguarda i processi legati agli investimenti 4.0: risparmio energetico conseguito, con un minimo del 5% rispetto al consumo precedente per gli stessi processi. Per le imprese di nuova costituzione il risparmio energetico sarà misurato sul consumo medio annuo di un’impresa di dimensioni simili operante nello stesso settore (ATECO).

A condizione di aver rispettato questi requisiti di base, saranno inoltre inclusi gli investimenti per:

  • l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili (es. fotovoltaico);
  • le spese per la formazione in competenze per la transizione ecologica (saranno ammesse solo entro il 10% dell’investimento complessivo, con un tetto a 300mila euro e limitazione all’attività di formatori esterni all’azienda).

AGEVOLAZIONE
Il credito d’imposta si comporrà di nove differenti aliquote suddivise in base a 3 fasce di importo di investimenti; l’intensità dell’aiuto cala all’aumentare dell’investimento, secondo la logica di premiare di più le piccole e medie aziende rispetto ai grandi gruppi:

  1. per investimenti fino a 2,5 milioni: 45% nella terza classe di efficienza energetica, cioè quella che darà risultati migliori di risparmio; 40% nella seconda classe; 35% nella prima classe.
  2. per investimenti tra 2,5-10 milioni: 25% nella terza classe di efficienza energetica, cioè quella che darà risultati migliori di risparmio; 20% nella seconda classe; 15% nella prima classe.
  3. per investimenti tra 10-50 milioni: 15% nella terza classe di efficienza energetica, cioè quella che darà risultati migliori di risparmio; 10% nella seconda classe; 5% nella prima classe.

IMPORTANTE
Il progetto di investimento dovrà essere certificato da un valutatore indipendente a cui spetterà attestare, ex ante, il rispetto dei criteri di ammissibilità relativi alla riduzione del consumo di energia. Poi, ex post, servirà una certificazione sulla effettiva realizzazione degli investimenti in conformità a quanto progettato.

La necessità di conseguire una doppia certificazione potrebbe comportare un differimento nei tempi di utilizzo del credito 5.0 rispetto a quello maturato in ambito 4.0 (quando applicato agli stessi investimenti): il secondo resterebbe legato all’interconnessione del bene, il primo all’efficientamento energetico messo a terra e poi certificato.

E LA TRANSIZIONE 4.0?
I due Piani, 4.0 e 5.0, saranno complementari: il primo continuerà a incentivare l’acquisto di beni materiali e immateriali altamente tecnologici con le attuali percentuali in vigore. Il secondo, in base alle interpretazioni ad oggi più quotate, potrebbe applicarvi un’aliquota aggiuntiva.

Le imprese che non raggiungeranno gli obiettivi di efficienza energetica ma acquisteranno beni tecnologicamente avanzati funzionali alla digitalizzazione potranno comunque continuare a beneficiare degli attuali incentivi del piano Transizione 4.0.

Transizione 4.0 continuerà ad essere operativo per investimenti effettuati nel 2024 e nel 2025 (con estensione ai beni consegnati entro il 30 giugno 2026 a patto di aver versato entro l’anno precedente un acconto di almeno il 20% al venditore).